Un simpatico laboratorio di scrittura I nomi geografici sono noiosi da imparare? Anna Lavatelli ci mostra quante storie e suggestioni sono racchiuse nei nomi di luoghi;e propone un divertente (e utile) laboratorio di scrittura creativa, ricco di collegamenti multidisciplinari. Proponiamo un gioco di " fantasia toponomastica", che si impernia sui nomi dei luoghi e, in questo esempio particolare, sui nomi di città. 1) Si divide la classe in piccoli gruppi e si dà il via alla
ricerca. I gruppi scelgono sull'elenco nomi strani, buffi, sorprendenti,quelli insomma che sollecitano di più la loro
fantasia. E' meglio porre un limite alla scelta(ad es. non più di quattro nomi per gruppo) e assegnare ricerche
differenziate (un gruppo i nomi in A,un altro i nomi in B ecc.) le città numero (Cento, Noventa, Quarto, Ultimo...), 2) Quando tutti hanno finito, ogni gruppo scrive alla lavagna i quattro nomi che ha selezionato. L'insegnante spiega che ogni gruppo può ora scegliere una città tra quelle che sono state proposte e inventare di comune accordo una storia che spieghi appunto l'origine di quel nome. 3) Battute a macchina e illustrate, le storie possono essere raccolte in un libro, secondo criteri diversi(per genere narrativo, per regola creativa)e accompagnate da un'introduzione che illustri il percorso seguito. 4) Un'espressione di questo laboratorio può essere l'invenzione di nomi di città inesistenti, per costruire storie di avventura o di logica fantastica, sul modello dei racconti rodariani di Giovannino Perdigiorno, oppure ispirandosi al modello fantascientifico. da " Aria di scuola" Piemme Dal gioco linguistico alla rima Fin dal primo incontro con la lingua scritta possiamo proporre semplici esperienze di manipolazione di suoni e parole, che introducono il bambino nel laboratorio della creazione linguistica e poetica. Giocare con le parole, Gianni Rodari ce lo ha insegnato, introduce alle potenzialità creative del linguaggio. Giocare con le parole, Ersilia Zamponi lo ha evidenziato, consente di prendere confidenza con la poesia, il linguaggio creativo per eccellenza. 1) Cominciamo con uno dei percorsi possibili, partendo ad esempio dagli anagrammi, o meglio dalle lettere che compongono una parola.C'è un vecchio gioco, che consiste nel formare la parola più lunga partendo da un certo numero di lettere estratte a caso (vocali e consonanti). Volendo, si possono costruire delle carte gioco, in modo che i bambini compongano le parole come con un alfabetiere. Così ad esempio da RSSOO si possono ricavare ROSSO e SORSO. Già con queste due parole, che sono una l'anagramma dell'altra, possiamo ottenere un breve scioglilingua: un sorso rosso, o se si preferisce un rosso sorso. 2) Invitiamo poi i bambini a togliere una lettera. Da rosso e sorso si ottengono ad esempio: osso, orso, roso. L'ultimo è un termine un po' difficile, può darsi che non venga fuori, ma non importa. Potrebbe invece uscire un Ross , in grazia dei telefilm americani, e va bene anche quello. Ora abbiamo molte più parole e possiamo aspirare a comporre una strofa. Con un osso roso |
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SCHEDA N°1 | SCHEDA N°2 |
ANAGRAMMI | AGGIUNGI UNA LETTERA INIZIALE |
Quante parole si possono fare con... | Parole con le vocali: A E I O U |
RSSOO |
.....RANCIO .....MARE .....DITO .....TERNO .....GOLA .....LEGGERE .....ZIO .....DEA .....PERA .....RENE .....DIO .....SOLA .....TOMO .....MITO .....CARO .....VINO .....ERI |
LMEO | |
NSAO | |
TROO | |
BRAE | |
RTTOO | |
DNOO | |
RTTAO | |
MRAO | |
GLAO | |
3) L'attività proposta nella scheda 2 riprende in parte meccanismi dell'anagramma e credo sia ben conosciuta. Si tratta di aggiungere una lettera iniziale (in questo caso una vocale) ad una parola già dotata di significato per formarne un'altra(o più di una:es. sola, i-sola,a-sola). Anche qui può subito generarsi una piccola filastrocca: Sola E qui qualcuno potrebbe aggiungere: per allacciarsi al continente. Ma lasciamo
da parte le metafore, per il momento. Parole come oca danno foca, poca, roca, e la filastrocca che viene fuori potrebbe essere: Una foca Il vantaggio evidente di questi giochi è che introducono il meccanismo della rima in modo naturale, attraverso il gioco combinatorio delle lettere. 4) Nello stesso modo si possono utilizzare l'assonanza o la consonanza (senza spiegazioni che risulterebbero astruse per dei bambini così piccoli) le vocali: es. porto-parto; sorto-sarto; torto-torta, ecc. le consonanti: es. corto-cotto; morto-mosto; porto-porro; torto-tosto. A questo punto le possibilità di costruire filastrocche in rima sono veramente moltissime. Incoraggiate i bambini a comporre e non preoccupatevi troppo del significato. Se qualcuno scrive: Parto, se non son morto ha usato rime, assonanze e consonanze con grande maestria. da"Aria di scuola" Piemme |
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