Un simpatico laboratorio di scrittura

I nomi geografici sono noiosi da imparare? Anna Lavatelli ci mostra quante storie e suggestioni sono racchiuse nei nomi di luoghi;e propone un divertente (e utile) laboratorio di scrittura creativa, ricco di collegamenti multidisciplinari.

Proponiamo un gioco di " fantasia toponomastica", che si impernia sui nomi dei luoghi e, in questo esempio particolare, sui nomi di città.
Nel presentare argomenti storici e geografici, capita spesso in classe di raccontare ai bambini l'origine del nome di una città.
Questa può essere l'occasione per spiegare che i nomi delle città hanno origini diverse: alcuni fanno riferimento a situazioni geografiche (Milano:Mediolanum,in mezzo alla pianura); altri ad avvenimenti storici( Benevento: Maleventum e poi Beneventum, durante le guerre romano-sannitiche ), altri ancora a mitici fondatori ( Roma, Romolo; Mantova, Manto ) o a figure leggendarie ( Palinuro, Miseno, Gaeta ) per citare solo gli esempi più conosciuti e limitandosi all'Italia.
Per approfondire il tema- se non lo si è mai fatto- è consigliabile leggere o raccontare (e magari offrire in lettura) miti, leggende e fatti storici che riguardano appunto l'origine del nome di una città.
Ecco una storia tra le tante.
Secondo la leggenda, Corbetta, in provincia di Milano, fu chiamata così dal richiamo con cui Sant'Ambrogio incitava Betta-la sua mula- a correre ("cur Beta!", in dialetto) nel tentativo di sottrarsi alla carica di vescovo. Ma la mula si fermò ed egli dovette accettare l'impegnativa candidatura offertagli dai Milanesi.
Naturalmente è meglio presentare racconti di genere diverso, in modo che i bambini possano confrontare modelli alternativi: mito, leggenda, fiaba, aneddoto, fonte storica.
In seguito si può avviare una discussione, sollecitando i bambini a cogliere le differenze tra i vari racconti, chiedendo loro se conoscono storie simili o invitandoli ad indagare sull'origine del nome del luogo in cui vivono.
A questo punto tutto è pronto per avviare il laboratorio di scrittura. Materiale indispensabile per la consultazione è l'elenco dei codici di avviamento postale o l'indice di una buona carta geografica d'Italia.

1) Si divide la classe in piccoli gruppi e si dà il via alla ricerca. I gruppi scelgono sull'elenco nomi strani, buffi, sorprendenti,quelli insomma che sollecitano di più la loro fantasia. E' meglio porre un limite alla scelta(ad es. non più di quattro nomi per gruppo) e assegnare ricerche differenziate (un gruppo i nomi in A,un altro i nomi in B ecc.)
Questo è forse uno dei momenti più divertenti per i bambini, che scoprono l'esistenza di luoghi con nomi davvero curiosi.
E' un aspetto del lavoro che potrebbe essere recuperato, successivamente,tentando ad esempio di catalogare i nomi secondo categorie fantastiche:

le città numero (Cento, Noventa, Quarto, Ultimo...),
le città oggetto (Bisaccia, Piscina Arco, Pizzo )
le città evento (Recanati, Mancalacqua, Perdifumo, Pocapaglia...)
le città scioglilingua ( Forlimpopoli, Pescasseroli, Gonnostramatza, ...) e così via.
Un'altra attività intrigante può essere la sfida( magari in forma di gara) a chi trova per primo sull'atlante le città proposte dai vari gruppi.

2) Quando tutti hanno finito, ogni gruppo scrive alla lavagna i quattro nomi che ha selezionato. L'insegnante spiega che ogni gruppo può ora scegliere una città tra quelle che sono state proposte e inventare di comune accordo una storia che spieghi appunto l'origine di quel nome.
Per aiutare il lavoro dei ragazzi, ricorda che il lavoro può assumere la forma di un mito, di una leggenda religiosa, di una fiaba, di una tradizione popolare, richiamando alla loro attenzione le storie di cui si è parlato in classe.
L'attività si può ripetere più volte, lasciando poi la possibilità ai bambini di svincolarsi dal gruppo per scrivere poi da soli.

3) Battute a macchina e illustrate, le storie possono essere raccolte in un libro, secondo criteri diversi(per genere narrativo, per regola creativa)e accompagnate da un'introduzione che illustri il percorso seguito.
La stessa attività creativa si potrebbe realizzare , invece che con nomi di città, con altri luoghi geografici come montagne, isole, penisole, fiumi e così via.

4) Un'espressione di questo laboratorio può essere l'invenzione di nomi di città inesistenti, per costruire storie di avventura o di logica fantastica, sul modello dei racconti rodariani di Giovannino Perdigiorno, oppure ispirandosi al modello fantascientifico.

da " Aria di scuola" Piemme
Novembre 1997

Dal gioco linguistico alla rima

Fin dal primo incontro con la lingua scritta possiamo proporre semplici esperienze di manipolazione di suoni e parole, che introducono il bambino nel laboratorio della creazione linguistica e poetica.
Anna Lavatelli propone degli interventi, dedicati ai bambini più piccoli.

Giocare con le parole, Gianni Rodari ce lo ha insegnato, introduce alle potenzialità creative del linguaggio. Giocare con le parole, Ersilia Zamponi lo ha evidenziato, consente di prendere confidenza con la poesia, il linguaggio creativo per eccellenza.
Ed è proprio partendo dal piacere che i bambini provano nello scoprire il versante ludico della parola,che si possono attivare dei laboratori in cui il gioco linguistico sconfina naturalmente nel gioco poetico.

1) Cominciamo con uno dei percorsi possibili, partendo ad esempio dagli anagrammi, o meglio dalle lettere che compongono una parola.C'è un vecchio gioco, che consiste nel formare la parola più lunga partendo da un certo numero di lettere estratte a caso (vocali e consonanti).
In classe, può dar vita a una sfida entusiasmante, ma se i bambini sono piccoli (prima o seconda elementare) è meglio preparare un elenco con non più di quattro o cinque lettere. (tutte da utilizzare) per ogni parola (vedi scheda 1)

Volendo, si possono costruire delle carte gioco, in modo che i bambini compongano le parole come con un alfabetiere.
Questo offre all'attività un versante manipolativo non privo di interesse, soprattutto per dei bambini di prima elementare, ed apre la strada ad altri possibili giochi (ad esempio , aggiungendo, togliendo o sostituendo una lettera).

Così ad esempio da RSSOO si possono ricavare ROSSO e SORSO. Già con queste due parole, che sono una l'anagramma dell'altra, possiamo ottenere un breve scioglilingua: un sorso rosso, o se si preferisce un rosso sorso. 
I bambini possono sfidarsi a ripeterli senza sbagliare.
Per rendere più difficile il gioco, si può allungare la frase: Un sorso rosso più un sorso rosso son due sorsi rossi (o due rossi sorsi) e così via.

2) Invitiamo poi i bambini a togliere una lettera. Da rosso e sorso si ottengono ad esempio: osso, orso, roso. L'ultimo è un termine un po' difficile, può darsi che non venga fuori, ma non importa. Potrebbe invece uscire un Ross , in grazia dei telefilm americani, e va bene anche quello. Ora abbiamo molte più parole e possiamo aspirare a comporre una strofa.
Ed ecco che sorso, orso, rosso. Ross, roso potrebbero diventare:

Con un osso roso
e un sorso di rosso
pranza l'orso Ross.
 

SCHEDA N°1 SCHEDA N°2
ANAGRAMMI AGGIUNGI UNA LETTERA INIZIALE
Quante parole si possono fare con... Parole con le vocali: A E I O U
RSSOO .....RANCIO
.....MARE
.....DITO
.....TERNO
.....GOLA
.....LEGGERE
.....ZIO
.....DEA
.....PERA
.....RENE
.....DIO
.....SOLA
.....TOMO
.....MITO
.....CARO
.....VINO
.....ERI
LMEO
NSAO
TROO
BRAE
RTTOO
DNOO
RTTAO
MRAO
GLAO

3) L'attività proposta nella scheda 2 riprende in parte meccanismi dell'anagramma e credo sia ben conosciuta. Si tratta di aggiungere una lettera iniziale (in questo caso una vocale) ad una parola già dotata di significato per formarne un'altra(o più di una:es. sola, i-sola,a-sola). Anche qui può subito generarsi una piccola filastrocca:

Sola 
sull'isola
cuce un'asola

E qui qualcuno potrebbe aggiungere: per allacciarsi al continente. Ma lasciamo da parte le metafore, per il momento.
Comunque il gioco va avanti meglio se dopo aver giocato con le vocali proviamo con le consonanti, che sono di più.

Parole come oca danno foca, poca, roca, e la filastrocca che viene fuori potrebbe essere:

Una foca 
dalla voce roca
beveva troppa coca
e di acqua poca.

Il vantaggio evidente di questi giochi è che introducono il meccanismo della rima in modo naturale, attraverso il gioco combinatorio delle lettere.

4) Nello stesso modo si possono utilizzare l'assonanza o la consonanza (senza spiegazioni che risulterebbero astruse per dei bambini così piccoli)
Con l'aggiunta di una consonante iniziale, orto mi dà: corto, morto, porto, sorto,torto.
C'è già abbastanza materiale per una filastrocca, ma se voglio mettere in gioco altre risorse, posso chiedere ai bambini di fare variazioni con:

le vocali: es. porto-parto; sorto-sarto; torto-torta, ecc.

le consonanti: es. corto-cotto; morto-mosto; porto-porro; torto-tosto.

A questo punto le possibilità di costruire filastrocche in rima sono veramente moltissime. Incoraggiate i bambini a comporre e non preoccupatevi troppo del significato. Se qualcuno scrive:

Parto, se non son morto
disse il porro alla torta
e tosto andò al porto,

ha usato rime, assonanze e consonanze con grande maestria.

da"Aria di scuola" Piemme
Dicembre 1998

 

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